di Massimiliano Raffaele
Dicembre, tempo di bilanci, tempo di ringraziamenti, tempo di regali, tempo di auguri. Dicembre è tempo per ogni cosa buona, cattiva, utile o superflua. Dicembre è il mese delle letterine a Babbo Natale, dei discorsi alla famiglia, delle promesse d’amore.
Questo sarebbe l’incipit perfetto per un editoriale pre-natalizio da utilizzare su qualsiasi testata. Ma io scrivo dalla Calabria e scrivo in regime di par condicio per via della campagna elettorale appena iniziata. E allora ho l’obbligo di utilizzare quell’incipit solo dopo averlo attualizzato e accordato ai tempi.
Ripartiamo, allora.
Dicembre, tempo di esercizi provvisori di bilancio, tempo di ringraziamenti di fine mandato, tempo di regali pre-elettorali, tempo di auguri per una pronta rielezione. Dicembre è tempo per ogni cosa buona, cattiva, utile o superflua. Dicembre è il mese delle letterine a Babbo Natale (sì, queste rimangono valide), dei discorsi agli elettori, delle promesse di lavoro.
Ecco, così forse l’editoriale inizia a diventare calzante con l’attualità che ci circonda. Così l’editoriale inizierà a far incazzare qualcuno e far divertire qualcun altro e in fondo è esattamente questa la reazione che vorrei. Nel mio piccolo, nelle umili vesti di direttore responsabile di una testata di settore per pochi addetti ai lavori, vorrei provare a trasformare questo editoriale pre-natalizio e di fine anno nella letterina che vorrei ricevere il 25 dicembre da Babbo Natale. Sì, perché l’uomo e il suo protagonismo hanno cambiato nel tempo anche questa meravigliosa tradizione. In origine, infatti, le letterine erano spedite da Babbo Natale ai bambini (e non viceversa), per commentare il loro comportamento, dare consigli, premiarli o rimproverarli. Tolkien, per esempio, ha raccolto in un libro tutte le letterine scritte da Babbo Natale ai suoi figli in 25 anni. Io, invece, non ne ho mai ricevuta una e questa – frutto della mia fantasia – è la prima a me indirizzata da Babbo Natale.
Caro Direttore,
ti scrivo al freddo e al gelo della Sila per augurarti un sereno Natale e un caloroso nuovo anno. Lo faccio con un velo di rammarico per via dell’ingiustificato esilio che mi obbliga a rimaner lontano dalla mia Lapponia, messa sotto sequestro dalla Procura della Repubblica della Magna Graecia che sta indagando su alcuni dei miei elfi iscritti nel registro degli indagati per il reato di corruzione. È incredibile quanto sta accadendo, io ho il cuore in frantumi e il mio personale lumicino della speranza si affievolisce giorno dopo giorno, alimentato solo e soltanto dall’amore che ho per la mia Lapponia e che, nonostante tutto, ho ritrovato anche nella tua Calabria, tra i monti della Sila. Ho provato a sfogarmi un po’ con la gente del posto ma nessuno, evidentemente, comprende fino in fondo il mio dolore. Ho raccontato delle indagini, della corruzione, del malaffare. E nessuno si è sorpreso. Nessuno ha avuto reazioni scomposte e di sgomento. C’era addirittura un giovane ragazzo, avrà avuto 15 o 16 anni, che mi ha detto “Embè, qui in Calabria sai quanta gente è indagata, processata, condannata, per corruzione, abuso d’ufficio, peculato, concussione. Lo fanno tutti”.
Sì, caro direttore. Mi ha risposto “lo fanno tutti”. Come se fosse la cosa più naturale al mondo, come se fosse normale ricevere accuse del genere. È scesa una lacrimuccia. Ho afferrato da un braccio quel ragazzo e gli ho detto: “Ehi, so che a breve da voi si voterà per eleggere il nuovo presidente della Regione, quella può essere l’occasione per cambiare. Tu sei giovane ma dillo ai tuoi genitori, chiedigli di votare per chi è pulito, per chi è puro”.
“L’ho già fatto”, mi ha risposto. “Ma i miei genitori hanno detto che ancora non si sa chi saranno i candidati. Mi ha detto che ci sono solo ipotesi. E sono tutte un po’ simili: c’è chi avrebbe costruito una villetta abusiva, chi avrebbe gestito in modo irregolare alcuni appalti, chi avrebbe mandato in default un ente pubblico…”.
A quel punto, caro direttore, non sapendo cosa rispondere ho detto a quel ragazzo: “Magari saranno solo errori degli inquirenti. Magari i processi chiariranno che sono tutte bravissime persone. Facciamo così: di’ ai tuoi genitori di leggere i programmi, le proposte, e di scegliere in base a chi argomenterà meglio il proprio agire e in base a chi proporrà le soluzioni che sembreranno migliori per il riscatto della Calabria”.
“L’ho già fatto”, mi ha risposto. “Ma i miei genitori dicono che nessuno ha un programma. Parlano solo di liste, di voti, di intese, di accordi. Non c’è un programma”.
A quel punto, caro direttore, non sapendo cosa rispondere ho dato una carezza a quel ragazzo e l’ho lasciato andare e ho iniziato a scriverti questa lettera. Per chiederti di pubblicarla e per far sì che ai tuoi lettori possano giungere queste mie parole: abbiate cura della vostra Terra. Abbiate cura del vostro futuro e di quello dei vostri figli. Abbiate cura nelle scelte che farete. Abbiate coraggio, abbiate entusiasmo. E non credete a chi vi prometterà qualcosa in cambio di qualcos’altro. Sarebbe solo un inganno. Io sono Babbo Natale e di promesse un po’ me ne intendo.
Buon Natale, direttore.
Babbo Natale.