Sin dall’inizio di questa legislatura il Presidente Occhiuto e tutta la maggioranza hanno spesso presentato la situazione energetica della Calabria come uno dei punti di forza della nostra regione. Addirittura, sia in Consiglio regionale che in varie dichiarazioni pubbliche, l’energia è stato definito un asset che potrebbe rendere favorevole per noi il passaggio della sciagurata riforma dell’autonomia differenziata. Dichiarazioni, a mio avviso, superficiali e “di facciata” che nascondono una realtà profonda ben più preoccupante.
Credo che questa Giunta e questa maggioranza stiano svendendo la nostra bellissima regione ad una serie di multinazionali senza scrupoli che dopo aver “carpito il bottino” non lasciano nulla sui territori. La Calabria è certamente una “miniera d’oro” dal punto di vista delle energie rinnovabili, per posizione geografica e caratteristiche fisiche: sole, vento, moti ondosi sono risorse presenti in grandi quantità per tantissimi giorni all’anno. Ma è anche vero che la nostra regione produce molta più energia di quella che produce e che tutta l’energia in surplus serve a sostenere la produzione delle grandi aziende del Nord e europee. Il fabbisogno energetico della nostra regione è, infatti, pari a circa 6 Terawatt mentre la produzione supera i 9 Terawatt, con un surplus di 3 TWH che viene immesso in rete al di fuori dei nostri confini, lasciando in Calabria solamente un territorio devastato a livello paesaggistico e ambientale, da pale eoliche alte fino a 200 metri e rifiuti “speciali” impossibili da smaltire: nessun vantaggio economico per le comunità, nessuna creazione di nuovi posti di lavoro, nessun investimento per il futuro di questi territori. Basti pensare, ad esempio, che oggi in Calabria sono presenti circa 400 impianti eolici per la produzione di energia e si stima che sia stata pianificata l’implementazione di altri 150 impianti.
Intanto, molto vicino a noi, la Regione Basilicata lancia una campagna per la ripopolazione del territorio puntando su gas gratis per tutti i residenti, in seguito ad un accordo con le principali aziende estrattive presenti sul suo territorio. La politica deve, dunque, assumersi le sue responsabilità e dettare la linea per il futuro. La Calabria può e deve certamente puntare anche sull’energia, ma occorre trovare il giusto equilibrio tra sfruttamento delle risorse e impatto ambientale, privilegiando le rinnovabili più “pulite” e meno invasive, e i benefici derivanti da questo processo devono favorire innanzitutto i calabresi, in termini di occupazione e sviluppo.