Rincari bollette, Camera di Commercio di Commercio e le associazioni: «C’è forte preoccupazione»

C’è forte preoccupazione nel mondo delle imprese e del commercio per l’impennata dei costi per luce e gas. La situazione specifica nella provincia di Catanzaro è stata affrontata dalla Camera di Commercio del capoluogo di regione in un incontro ad hoc promosso dal Commissario straordinario dell’Ente, Daniele Rossi, con i presidenti e i delegati delle associazioni di categoria. Al tavolo hanno preso parte Vitaliano Mongiardo, presidente di Confesercenti Catanzaro, Maria Grazia Milone, presidente di CIA Calabria centrale, Stefano Corea, delegato a rappresentare Confindustria Catanzaro e Ance, Pietro Falbo, presidente di Confcommercio Calabria Centrale, e Antonio Ventura delegato per Confagricoltura Catanzaro.

«Registro con piacere l’intento comune ai presenti di voler affrontare un argomento particolarmente delicato come quello del caro-bollette attraverso un approccio di sistema – ha detto Rossi durante la riunione -. In queste settimane ricevo continue sollecitazioni tanto da voi associazioni, quanto da singole imprese su quanto grave sia la situazione nella nostra provincia. E sebbene i dati forniti da Unioncamere-Borsa Merci Telematica non riescano a cogliere la fotografia reale della vicenda, i numeri che ogni giorno mi vengono riportati dalle imprese sono fortemente preoccupanti».

I numeri sono quelli testimoniati direttamente anche da Mongiardo: «Ci sono associati di Confesercenti che nel confronto tra le bollette dello stesso periodo si sono ritrovati a pagare più del doppio. In particolare, uno di loro si è visto recapitare una bolletta per l’energia elettrica di 15mila euro contro i 6500 dello stesso periodo 2021. Di questo passo, ha fatto i conti, si troverà a pagare quest’anno quasi 400mila euro in più! Il problema è che questi costi non possono neanche essere parzialmente distribuiti sui prezzi dei prodotti in vendita, quindi il rischio di crollo dei consumi è enorme».

Posizione analoga quella di Falbo che evidenziato come «i dati forniti dal Centro Studi nazionale di Confcommercio ci restituiscono una dimensione preoccupante del problema, le cui ricadute sono su tutta la filiera produttiva e quindi anche sui lavoratori».

Proprio di lavoratori ha parlato Corea: «Oltre a gas ed energia elettrica, pesano significativamente gli incrementi delle materie prime. Inoltre, ci sono aziende costrette a pagarla già all’atto dell’ordine: così facendo – ha spiegato – devono scegliere se acquistare per continuare a produrre o pagare gli stipendi ai dipendenti».

Dell’incidenza degli aumenti sui costi intermedi ha parlato anche Maria Grazia Milone: «Ci sono aziende agricole che non sanno se semineranno e quindi se avranno qualcosa da raccogliere e vendere: i costi dei fertilizzanti, ad esempio, sono più che triplicati e rendono impossibile continuare a operare».

Il settore agroalimentare è tra i più esposti al rischio che proviene dai prodotti esteri: «L’aumento dei costi di produzione – ha detto Ventura – porterà i consumatori, che comunque devono mangiare, a preferire prodotti che costino meno. Ma perché possano costare meno, quei prodotti arriveranno o da produzioni non controllate o da mercati stranieri e saranno di una qualità inferiore».

Mongiardo, Rossi e Ventura durante la riunione

«L’impatto – ha concluso Rossi – è globale. Non saranno solo le imprese a subire gli effetti nefasti di questi aumenti, ma a cascata sarà tutto il tessuto sociale che indirettamente ne risentirà. Per questo ritengo necessario condurre, per quanto è nelle nostre possibilità, azioni congiunte con i nostri omologhi delle altre province, con Unioncamere Calabria e con la Regione Calabria, una serie di iniziative che facciano sentire la nostra voce al Governo. I rincari hanno un effetto negativo esponenziale alle nostre latitudini che sono già gravate da elevata disoccupazione e reddito pro capite più basso che nel resto del Paese: il loro impatto rischia di essere devastante».