Nella prossima settimana arriverà all’esame del Consiglio Regionale il bilancio della Regione approvato dalla Giunta immediatamente prima di Pasqua. Da più parti, sulla scorta del documento approvato dalla Giunta, è stato definito un bilancio “lacrime e sangue” o addirittura un bilancio “di guerra”.
Ed in effetti i numeri riportati nella proposta approvata dalla Giunta, condizionata fortemente dalle emergenze nascenti dall’epidemia da coronavirus, oltre che dalle tante criticità calabresi consolidate nel tempo e mai affrontate con determinazione coraggio, pur dovendo riconoscere che i margini di manovra sono sempre molto stretti a causa dell’alta percentuale di risorse con vincolo di destinazione, fanno presagire tempi molto duri per i cittadini calabresi.
Tra le tante voci del documento contabile registriamo anche la previsione di un taglio consistente alle spese di funzionamento del Consiglio e della Giunta. Va detto subito che detti tagli di spesa sono certamente positivi, ma nell’attuale situazione di emergenza, potrebbero e dovrebbero essere più coraggiosi.
Non può sfuggire a nessuno, infatti, che il popolo calabrese ha maturato una profonda avversione per il costo, in verità spropositato ed insopportabile, della Regione, intesa nel suo complesso – Consiglieri regionali, Presidente, Assessori, strutture, consulenti esterni, Direttori generali e dirigenti, manager (si fa per dire visti i risultati) della sanità, degli Enti strumentali e di quelli sub- regionali – che nella situazione attuale, e ancor di più in virtù delle previsioni economiche per il breve e medio periodo, potrebbe determinare anche fenomeni di ribellione sociale.
Questo pericolo non va sottovalutato. Auspichiamo e speriamo che il Consiglio regionale riesca a cambiare passo e sappia dare almeno una speranza ai calabresi. E se ci saranno, i tagli previsti dovrebbero essere selettivi e mirati, e non lineari. Gli analisti economici ed il FMI hanno previsto per l’Italia una profonda recessione con un meno 9% del PIL per l’anno in corso, il peggior dato a livello mondiale.
Il mezzogiorno e la Calabria in particolare in una congiuntura così grave rischiano di vedere letteralmente travolto il già fragile tessuto economico, senza un piano complessivo di sostegno del mondo della produzione e del lavoro, delle famiglie, delle professioni, dei giovani e delle competenze e professionalità che non ci possiamo più permettere di regalare, dopo averle formate, al nord del paese o ad altri paesi europei ed extra europei.
Federproprietà Calabria ritiene necessario ed auspica che la Giunta Regionale, anche in considerazione del fatto che il bilancio approda in aula senza il passaggio dalle competenti commissioni consiliari, voglia avviare e mantenere un confronto con le Associazioni del sociale, della produzione, del lavoro, delle professioni e di tutte le categorie interessate, comprese quelle della proprietà immobiliare e dell’inquilinato, al fine di una razionale e, possibilmente concertata, programmazione della spesa e degli investimenti che tenga conto dell’attuale vissuto emergenziale le che ha drammaticamente azzerato ogni certezza dei calabresi.