Nei giorni scorsi si è diffusa la notizia di un emendamento all’atto camera 2325 , ossia il disegno di legge di conversione del c.d. decreto Milleproroghe attualmente in esame presso le Commissioni riunite I e V della Camera dei Deputati, emendamento che sarebbe stato presentato per procedere, tra l’altro, al commissariamento delle Camere di Commercio che non avevano provveduto ancora all’accorpamento, come previsto dalla riforma del sistema camerale in virtù del decreto legislativo 219/2017 e dai successivi decreti di razionalizzazione.
Fra le Camere di Commercio destinatarie di tale provvedimento anche quella di Crotone che, vogliamo ricordarlo, è fra gli enti camerali che ha promosso ricorso contro l’accorpamento con le Camere di Vibo Valentia e Catanzaro ottenendo la sospensione dello stesso da parte del Consiglio di Stato. Attualmente l’intera vicenda è all’esame della Corte Costituzionale che dovrà pronunciarsi sulla legittimità del decreto legislativo suindicato.
«Non ho mai fatto mistero – ha dichiarato la deputata Elisabetta Barbuto – della mia contrarietà all’ipotesi di accorpamento che, in netta controtendenza con quanto previsto dal dettato costituzionale, priverebbe dell’autonomia le singole Camere e, a mio avviso, non porterebbe alcun giovamento ai territori che necessitano della presenza competente delle istituzioni camerali che hanno sempre garantito il massimo sostegno allo sviluppo delle singole realtà locali.
Già da qualche tempo – ha proseguito la Barbuto – ho scritto a tutti i parlamentari delle zone interessate al fine di promuovere un dibattito sull’opportunità di rivedere la riforma per come concepita e pensare, invece, ad una modifica della legge che non preveda più l’obbligatorietà dell’accorpamento, ma lo lasci in facoltà delle singole istituzioni camerali che potranno comunque cooperare in un’ottica di pariteticità ed uguale dignità per lo sviluppo dei territori.
Per tale motivo – conclude la parlamentare pentastellata – ho ritenuto, unitamente ai miei colleghi di tutta Italia , di evidenziare con decisione al Ministro per lo sviluppo economico la necessità di soprassedere a tale decisione sia in considerazione dell’imminente pronuncia della Corte Costituzionale sulla legittimità della riforma ma soprattutto in considerazione della necessità di un confronto in merito ad una soluzione legislativa che preveda non più l’obbligatorietà dell’accorpamento, ma lo lasci in facoltà delle singole istituzioni camerali.
Sul nostro vessato territorio calabrese, in particolare, caratterizzato da un’ampia varietà sociale, culturale ed economica solo la presenza di organismi strettamente legati al territorio di appartenenza, quali le Camere di Commercio, può garantire l’effettiva rappresentanza ed il completo soddisfacimento dei bisogni delle zone interessate».
Ricordiamo, infine, che la prossima settimana il disegno di legge approderà in aula ed auspichiamo che sia scongiurato definitivamente ogni tentativo di completare forzosamente l’attuazione di un decreto legislativo che, fin dalla sua nascita, ha suscitato non poche critiche, evidentemente non infondate attese le varie pronunce giurisdizionali favorevoli alle Camere che le hanno promosse e che oggi attendono la pronuncia della Corte Costituzionale proponendo nel contempo un dialogo costruttivo e rispettoso delle posizioni interessate nell’interesse dei territori e dello sviluppo degli stessi.
Elisabetta Barbuto
M5S CAMERA DEI DEPUTATI