Comalca: a tu per tu con Daniele Cirianni

di Alessia Burdino

Alla guida del Comalca da quasi un anno. Un’attività intensa. Nuova ed innovativa. Che Daniele Maria Cirianni ci ha voluto raccontare più nel dettaglio.

Tra pochi mesi sarà trascorso un anno dalla sua elezione alla guida del Comalca. Qual è il suo bilancio?

È stato un anno intenso, vissuto a ritmi elevati perché il mandato che ho ricevuto dall’Assemblea era chiaro: lavorare affinché la società abbia i conti in ordine, il mercato sia ancor più efficace ed efficiente e il nome del Comalca venga conosciuto oltre i confini della nostra provincia. Per questo motivo, il primo anno è servito per mettere le basi su cui costruire quei risultati e devo dire che sono soddisfatto di quanto tutta la struttura del mercato abbia fatto. Nei giorni scorsi abbiamo approvato il bilancio 2018 che si è chiuso con un utile di 102mila euro, ottenuto soprattutto grazie ad un robusto abbattimento dei costi di gestione. Adesso si dovrà lavorare sui ricavi, migliorandoli, e fronteggiare l’uscita del socio Regione Calabria che continua a ritenere il mercato agroalimentare della Calabria estraneo alle finalità di quella amministrazione. La relazione del collegio dei revisori ha fornito parere positivo all’approvazione del bilancio senza alcuna riserva, sintomo inequivocabile che abbiamo imboccato la strada giusta. Dobbiamo quindi continuare a camminare e, perché no, anche cominciare a correre in questa direzione.

C’è un obiettivo che si era prefissato e non è ancora stato raggiunto?

Come detto, il mandato triennale che mi è stato conferito presuppone degli obiettivi alti e importanti. Il solo modo che conosco per raggiungerli è lavorare; in silenzio e a testa bassa, come ho sempre fatto. Sono fiducioso che quei traguardi che mi sono stati assegnati, il Comalca sarà in grado di raggiungerli e magari superarli.

Quanto è stato importante il lavoro di squadra in quest’anno.

Senza lavoro di squadra non si va da nessuna parte. Come nello sport, il tutto è maggiore della somma delle sue parti: questo significa che il lavoro di ognuno è determinante perché assieme a quello degli altri permette di raggiungere obiettivi più alti di quanto non potrebbe fare il singolo. Ho sempre creduto in questa impostazione del lavoro. Come ho sempre creduto nell’esigenza di guidare con fermezza i processi decisionali, perché chi ha chiara in testa la strada da percorrere, non può lasciarsi distrarre dalle deviazioni che si incontrano sul cammino.

In generale qual è il suo giudizio sullo stato di salute delle imprese catanzaresi.

Posso parlare soltanto per le imprese che gravitano attorno al mercato agroalimentare che guido. In generale, abbiamo dei professionisti del settore che sono capaci e sono stati in grado di costruire rapporti commerciali importanti con grandi aziende del settore. Questo significa che il potenziale delle nostre imprese è ottimo e proprio su questo potenziale dobbiamo lavorare affinché il Comalca sia in grado di mettere tutti gli operatori nelle condizioni di poter operare al massimo delle loro possibilità e, di conseguenza, produrre reddito per sé, per il mercato, per il territorio.