Il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro Daniele Rossi ha preso parte, giovedì, al convegno sul tema “Mar Mediterraneo: sfide, problemi, opportunità per il sistema Paese”. L’incontro, si è nella meravigliosa cornice della Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto, dove hanno sede le biblioteche della Camera dei Deputati e del Senato.
Al tavolo dei relatori, sotto la moderazione del giornalista esperto di Medio Oriente Alberto Negri, accanto a Rossi, c’erano il presidente della Commissione Esteri del Senato, sen. Vito Petrocelli, Mario Caligiuri, direttore del Master in Intelligence dell’Unica, Mostafa El Ayoubi, giornalista e analista geopolitico, l’on. Riccardo Migliori, presidente ISIAAA e già presidente dell’assemblea parlamentare OSCE, e Luca Gori, vice direttore generale del Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale. L’iniziativa è stata promossa dal Centro Studi Glocal e dal Centro Studi Criticalia.
«L’argomento che trattiamo oggi è particolarmente interessante e stimolante – ha detto Rossi nel corso del suo intervento – e ringrazio gli organizzatori, nello specifico l’ing. Domenico Palmieri per avermi invitato ad un tavolo così qualificato. Ci troviamo oggi a discutere di mar Mediterraneo, del ruolo centrale che l’Italia dovrebbe e potrebbe svolgere nel fare da cerniera tra Oriente e Occidente. E lo facciamo proprio mentre L’Europa è minacciata nella sua tenuta politica. Mentre ogni giorno lo scenario geopolitico muta e si aggiorna. E il quadro è sempre più complesso, ma proprio per questo forse più ricco di opportunità di rilancio da cogliere con tempismo e raziocinio».
«Da un anno ho assunto la presidenza della Camera di Commercio di Catanzaro – ha proseguito – e nel piccolo della mia attività quotidiana provo a portare proprio il mio modo pragmatico ed operativo di vedere le cose, di interpretare quello che è il ruolo sociale ed economico dell’imprenditore. E ho scelto di promuovere con continuità una serie di iniziative volte all’internazionalizzazione delle imprese. Dai voucher ministeriali, alle missioni all’estero per incontri B2B, alla formazione delle imprese e degli addetti».
Nel descrivere la sua personale esperienza alla guida della CCIAA di Catanzaro, Rossi ha raccontato anche del viaggio in Siria: «Qualche settimana fa ho deciso di prendere parte ad una missione in Siria per presenziare alla fiera “Re-building Syria”. Da quando sono rientrato da quel viaggio non passa giorno in cui non lavori perché le imprese italiane possano aiutare la Siria nella sua ricostruzione. Un po’ perché quel viaggio mi ha segnato personalmente, un po’ perché da imprenditore vedo occasioni di sviluppo concrete e socialmente utili. Le stime parlano di un ipotetico business di centinaia di miliardi di euro, un’opportunità che chiunque vorrebbe cogliere e che oggi l’Italia, per qualità delle sue imprese, capacità, competenze e posizione logistica non può lasciarsi sfuggire. Perché si concretizzi, c’è bisogno di una politica attenta, capace di costruire relazioni internazionali dinamiche e innovative. C’è bisogno che il sistema Paese sia solido economicamente e politicamente. C’è bisogno che le imprese, e quindi le associazioni che le raggruppano e le rappresentino, decidano di investire su sé stesse. C’è bisogno, in una parola, di evolversi».
Ma se da un lato ci sono occasioni, nel Mediterraneo, che le imprese italiane possono cogliere, dall’altro ci sono realtà – calabresi, la cui utilità per il Paese intero sarebbe enorme – che vengono sottoutilizzate e sottostimate: «La Siria è però solo una delle occasioni che il Mediterraneo offre all’Italia e soprattutto al suo Mezzogiorno. Se ne parla da sempre: abbiamo, davanti a noi, un mondo che può emergere e che fa da ponte con un Oriente sempre più forte e capace, ma ci ostiniamo a non sostenere un grande piano di rilancio industriale interno che aiuti la produzione e quindi la formazione di manodopera specializzata. Un piano in cui le infrastrutture non siano demonizzate, purché razionalmente concepite e quindi sostenibili tanto dal punto di vista economico, quanto da quello ambientale. Un esempio lampante lo porto dalla mia terra, la Calabria, dove gli sforzi per dare vita alla Zona Economica Speciale rischiano di essere vanificati dalla decisione di dare una ZES ad ogni regione e da quella di non creare un’unica grande autorità portuale dello Stretto, con Gioia Tauro capofila, attraverso la quale si sarebbe potuto dare vita ad un piano di crescita integrato, efficace ed efficiente. Così, ancora una volta, a crescere saranno altri porti, altre zone industriali italiane: magari già ricche e con meno valori aggiunti propri rispetto al porto di Gioia Tauro. E intanto la Calabria, primo vero ponte con il Maghreb e con il Medio Oriente, non riesca a rispondere alle esigenze quotidiane dei suoi residenti che spesso sono costretti ad abbandonare la propria terra o a piegarsi alla criminalità organizzata».
«Non lo scopro certo io che è il lavoro a nobilitare l’uomo – ha concluso il presidente Rossi -. Ma perché il lavoro si crei, bisogna investire in riforme fatte assieme alle imprese e per le imprese, in infrastrutture pensate per il lungo periodo. Bisogna operare mettendo in pratica una visione: cosa vogliamo essere tra 50 anni? Dove vogliamo essere tra 100 anni? Diamoci una risposta e agiamo di conseguenza!».