Un lungo filo di storia e di fumo

Una storia lunga quarant’anni e centinaia di pipe a testimoniare la passione e la creatività di un’arte antica che passa da padre in figlio. È questa la storia di Vitaliano Posella, artigiano costruttore di pipe sin dall’età di 11 anni. Da quando cioè, il papà lo avviò a questo antico mestiere che lui stesso svolgeva inizialmente sotto le direttive del suo “mastro” produttore di radica, attraverso la realizzazione dei primi abbozzi completati poi nelle raffinerie del varesotto e, dagli anni ‘60 in avanti, da piccolo imprenditore titolare di segheria nel centro storico di San Vito sullo Ionio. Ed è proprio in quegli anni e in quello stesso laboratorio, ancora attivo, che Vitaliano si appassiona alla lavorazione del legno e con un piccolo ciocco, un trapano a mano e tanta fantasia, realizza la sua prima “pipetta”.

Un grande traguardo, o meglio l’inizio di un percorso che lo porta oggi ad essere considerato uno dei pochi produttori calabresi di pipe artigianali note e richieste non solo dal mercato italiano, ma soprattutto da quello cinese, russo e americano. Pochi pezzi molto selezionati e dal valore economico ed affettivo non indifferente. Pipe originali nella forma e nell’intaglio, ma non nella materia prima che rimane rigorosamente calabrese, con la raccolta attenta dei cioccaioli di radica di Erica scoparia, tipica della macchia mediterranea. Arbusto protetto che cresce spontaneamente sulle coste del Mediterraneo, appunto, e che vanta di essere la migliore materia prima al mondo nella realizzazione delle pipe pregiate e fatte a mano.

Lunga anche la preparazione di questa preziosa radice. Tenuta a bagno e poi bollita per almeno dodici ore per fare scaricare l’acido tannico. Poi il passaggio nelle caldaie in rame e poi ancora l’essiccazione naturale per almeno due anni e rigorosamente al buio e su tavole di abete. Solo dopo si passa alla lavorazione del primo semilavorato e an- cora alla realizzazione della pipa che di fatto non è quasi mai come originariamente concepita dalla mente del suo costruttore.

A spiegarci questo, è proprio Vitaliano Posella. «I modelli pensati – dice – possono cam- biare durante la lavorazione della pipa, e questo perché si possono incontrare difetti del legno o una venatura che cambia». Ma tutto ciò non è un ostacolo nella realizzazione dei pezzi unici fatti a mano. Al contrario, denotano l’abilità dell’artigiano che passo dopo passo, cambia modello; cambia verso; si concentra sulla amma; sulla venatura; sulla crosta; sull’occhio di pernice. Tutti elementi che se ben valorizzati fanno acquistare maggior valore al prodotto rendendone visibile la qualità del legno utilizzato. E nei suoi quarant’anni di esperienza, Vitaliano ha giocato molto su questi fattori, rendendo le sue pipe sempre originali pur mantenendo la classicità dei modelli.

Ma perché oggi preferire la pipa ad una sigaretta. «Prima di tutto – spiega ancora Posella – perché non ha elementi tossici (non vengono lucidate con smalti ma con cera). La pipa al contrario della sigaretta non ha la cartina e non si aspira, di conseguenza, è molto più sicura. Poi perché chi la fuma compie di fatto un rito che si cela nella cura dell’oggetto, nella preparazio- ne della carica e nella boccata di fumo».Un mondo partico- larissimo, dunque, che vede ruotare attorno a se non solo la categoria degli appassionati ma anche dei veri e propri “giocatori” che partecipano puntualmente, e anche in Italia, ai campionati mondiali e nazionali di endofumo dove vince chi riesce a fumare la pipa tenendola accesa il più a lungo possibile e qui, si parla anche di ore. Poi il consiglio di un esperto alle nuove ge- nerazioni.

«Non fumate, ma se proprio volete farlo, fatelo utilizzando una pipa».

E secondo il nostro parere, una indistruttibile e preziosa pipa made in Calabria che non ha nulla da invidiare, tutt’altro, a quelle proveniente dal resto dell’Italia e nel mondo.

di Antonietta Bruno